Russia e Austria a Milano
E siamo arrivati a dicembre.
Il posto d'onore va al Boris scaligero, per me la più bella inaugurazione della gestione Meyer. Abdrazakov con Chailly mi ha fatto vivere momenti di puro rapimento nelle grandi scene di Boris e, evviva, si è discusso seriamente e in modo costruttivo di eventuali punti critici (su tutti, la pugnalata finale, che credo nessuno abbia apprezzato, ma che a qualcuno ha dato più e ad altri meno fastidio).
Poi, un weekend "senza": Tosca a Jesi con soprano malato per l'anteprima giovani e recita in stile karaoke, La traviata sfumata per sciopero a Bologna (che peccato, Riccardo Frizza e Alessandro Talevi !), l'orchestra Haydn senza direttore in Senato. Poi la discussa Traviata di OperaLombardia, che secondo me era per certi versi irrisolta ma che comunque ha suscitato un dibattito (purtroppo anche in modo becero, ma basta scegliere gli interlocutori giusti, se si vuole fare in discorso interessante) e ha cercato una sua strada.
Ancora un momento "senza" con soluzione a sorpresa: salta per sciopero il concerto al Dal Verme dei Pomeriggi musicali, non mi perdo d'animo e corro alla replica decentrata a Sesto San Giovanni. Sono premiata con un'ouverture della Fledermaus (e non solo quella) che ci fa sentire a Vienna anche in un ex capannone industriale. Favoloso. Ecco cosa vuol dire essere un grande direttore, e anche qualcosa in più.
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