Su e giù, opera, concerti e musei
Con febbraio si è cominciato a entrare nel vivo dei viaggi musicali (e non solo), a partire da un nodo felicemente riallacciato dal 2020. Allora, il che si stava provando per i teatri emiliani era fra le unità di misura della tragedia incombente, continuamente rimandato senza arrendersi, finché non si decise di farlo debuttare a teatro chiuso, a Parma, per la diretta televisiva e poi rimandare al 2023 le recite per il pubblico. Sembrava così lontano, il 2023, e invece è già arrivato. E, forse, un'opera del tempo sospeso e ciclico come questa era fra le più adatte a segnare questo tempo [Piacenza, Pelléas et Mélisande, 05/02/2023].
Poi, a Bologna, finalmente abbiamo visto Oksana Lyniv dirigere Čajkovskij, una cosa che purtroppo nell'ultimo anno non si poteva dare per scontata e che un attacco di lombalgia le aveva impedito già di fare la scorsa primavera per la Iolanta al Comunale. Stavolta fila tutto liscio e riascolto con piacere anche il bravissimo Stefan Milenkovich, che avevo applaudito a Cremona e Como in due stupende serate con la Form [qui ne ha scritto benissimo per l'Ape musicale Antonino Trotta]: Bologna, concerto Milenkovich/Lyniv, 08/02/2023
Di lì a poco, un altro bel salto: a Parma un piacevolissimo Matrimonio segreto [Parma, Il matrimonio segreto, 10/02/2023] seguito il giorno dopo a Firenze dal Doktor Faust di Busoni [per piacer di porla in lista, Firenze, Doktor Faust, 11/02/2023]. La giornata fiorentina è anche, se non soprattutto, la mia prima riunione dell'Associazione Nazionale Critici Musicali: finalmente con molti colleghi ci si è guardati in faccia, ci si è conosciuti di persona, si sono scambiate idee [L'assemblea dei critici musicali a Firenze e l'Annuario 2022].
Rimbalzo a Bologna per una tripletta+uno: cerimonia di inaugurazione del Comunale Nouveau, due recite di Madama Butterfly nello stesso, concerto per quartetto d'archi e pianoforte al Manzoni. Per quanto riguarda il nuovo spazio che farà le veci della sala del Bibiena durante i lavori di riqualificazione, è presto detto: ha un appeal che attira molto pubblico nuovo e giovane e questo fa senz'altro piacer, la visuale è molto buona, l'acustica è nello standard di questo tipo di strutture, si sente anche bene, ma si percepisce che il palco è sordo, il suono poco vivo. Sarà il soffitto basso, la moquette, i pochi spigoli. Resisteremo. Daniel Oren, però, sia detto a suo merito, gestisce sorprendentemente bene la situazione. Poi, invece, il Quartetto Jerusalem ed Elisabeth Leonskaja insieme sono un'autentica meraviglia, e tanto basta. [Bologna, Madama Butterfly, 19/02/2023, Bologna, concerto Quartetto Jerusalem / Elisabeth Leonskaja, 20/02/2023, Bologna, Madama Butterfly, 21/02/2023].
La rincorsa, si fa per dire, la prendo a Brescia, con un bel programma di Verdi da salotto che scatena inarrestabili concatenazioni di ricordi, associazioni mentali, aneddoti, commozioni, risate, nostalgie. Per fortuna che poi si possono condividere con un tagliere, un calice e quei musicisti che è bello avere come amici, non solo perché ti fanno sentire cose molto belle quando sono sul palco ( e se non lo fanno glielo puoi dire, perché ci si rispetta sul serio): Brescia, concerto Bazzini Consort, 25/02/2023.
La fine del mese è l'inizio di un nuovo folo su e giù fra l'Arno, il Brenta e il Chianti. Allora a Firenze, a riscoprire il Beethoven splendidamente interpretato da Giovanni Antonini con la Theresia Orchestra [Firenze, concerto Antonini/Smirnov / Theresia Orchestra, 27/02/2023] per poi completare il giro dei musei fiorentini: dopo Pitti e Boboli, Uffizi e Archeologico (ne scriverò). Insaziabile, se il 28 febbraio ero fra la Chimera di Arezzo e la Venere di Botticelli, inauguro marzo con la Cappella degli Scrovegni, prima di un Mozart al Teatro Verdi. E domani, sabato 4, via ad Arezzo... ma di questo, appunto, riparlerò poi!