Anno nuovo: si riparte!
Non sono tipo da statistiche, ma un riassuntino musicale del mese riesco a farlo.
Si parte da Vienna, o, meglio dal constatare ancora una volta come nel linguaggio universale della musica, esistano gerghi e idiomi specifici, che si possono padroneggiare con naturalezza e perfetta identità fra forme e significati o forzare in traduzioni poco convinte. Ne ho parlato qui: Vienna/Venezia/Rai, i concerti di Capodanno 2023
Poi, dopo le feste, l'anno musicale è cominciato ufficialmente in una piovosa domenica comasca, con una passeggiata umidissima ma piacevole, un ottimo kebab seguito da non meno pregevoli caffè e dolcetti siciliani (in due locali vicini ma diversi, meglio precisare!). Consiglio a chi si trovi a Como di non perdere, sul lungolago, l'occasione per uno sguardo al monumento ai martiri delle Resistenze europee. Lo scopo della gita era, però, la finale del concorso Aslico e le aspettative non sono andate deluse: la gioia di tornare - anche se da semplice spettatrice - a seguire giovani voci alla prova, tanti begli incontri, addirittura compagne d'università perse di vista da vent'anni e ritrovate nell'organigramma di teatri internazionali. Il mondo della musica si muove - evviva - ma è anche un microcosmo in cui possiamo costruire una nostra bolla virtuosa di persone con cui fa sempre piacere ritrovarsi. Per i dettagli sul concerto, vi rimando qui Como, concerto finale concorso Aslico, 08/01/2023
A Bologna abbiamo avuto l'anteprima di stagione con Mirandolina di Martinů. Opera che sulla carta sembra facile (Goldoni dovrebbe essere un bel passepartout) ma non lo è! Ecco la recensione Bologna, Mirandolina, 14/01/2023 e a seguire anche l'amabile follia che si scatena quando si mettono insieme strumentisti simili: tutti violoncelli e un soprano. Per fortuna, tutti bravissimi: Bologna, concerto Soltani / Gianfaldoni /Violoncelli di Santa Cecilia, 16/01/2023
Per me, però, la gioia maggiore in questo mese è stato il vedere finalmente in teatro Napoli milionaria! di Nino Rota. E pazienza se c'è ancora chi fa spallucce e lo considera un gradevole minore. Io sono sempre più convinta che sia un grande del nostro Novecento proprio perché la sua competenza profondissima nella dottrina compositiva e la sua facilità nel trattare la melodia si sono tradotti in una disinvolta maestria eclettica i cui la materia musicale pare come puro oggetto, si allinea a posizioni estetiche del neoclassicismo di Stravinskij e Prokof'ev, si affianca per certi versi ai Six francesi. E poi, e poi, a teatro si piange e si ride, si resta col fiato sospeso: serve altro? Leggete qui: Cremona, Napoli milionaria!, 20/01/2023
E poi, già che ci siete, fatevi anche un giro per Cremona e al Museo del Violino (Cremona, visita al Museo del violino) per gustare il confine sottile fra cultura materiale e immateriale, oggetto fisico e suono inafferrabile. Naturalmente, è solo un consiglio.
Intanto, a Parma si è aperta la stagione lirica, e quindi si tira dritto dalla città del torrone a quella del prosciutto e del parmigiano, per Don Giovanni. Cast encomiabile, a tratti lussuoso, con tanti artisti che ammiro, spettacolo collaudatissimo. Però non me ne sono innamorata. Si sa, non è la somma della bontà degli ingredienti a rendere un piatto prelibato, ma il modo in cui vengono poi abbinati, dosati e cucinati tutti insieme. Ne parlo più diffusamente qui: Parma, Don Giovanni, 21/01/2023
E per finire il tour padano (si può dire? nel senso delle terre "del Grande Fiume"), a Piacenza va in scena Il Tamerlano assemblato (benissimo) da Vivaldi pescando qua e là, com'era uso al tempo. A proposito, come già si diceva per Rota, sarebbe opportuno cogliere queste occasioni per contestualizzare sempre un testo e lasciar perdere le nostre categorie estetiche contemporanee o derivate quantomeno dall'Ottocento. L'originalità non è un valore di per sé, ma il fatto che il teatro barocco abbia codici diversi da quello romantico non significa che sia il regno dell'anarchia con l'unico fin della maraviglia! Ogni epoca ha il suo linguaggio e ogni stile le sue logiche e i suoi equilibri. Questo vale anche per i rapporti fra genere dell'interprete, genere del personaggio e tipologia vocale, che purtroppo ancor oggi qualcuno chiama "confusione" solo perché non corrispondono a quelli codificati da Verdi e dintorni. Ad ogni modo, sul Tamerlano potete leggermi qui: Piacenza, Il Tamerlano, 22/01/2023
Infine, mese chiuso in bellezza con un'intensissima trasferta bolognese: la stagione lirica si apre sul serio con Wagner (Bologna, Der fliegende Holländer, 28-29/01/2023) e va molto bene. Per quanto non si facciano i salti di gioia per l'esilio dal Bibiena, l'EuropAuditorium è stato molto accogliente, lo spettacolo nel complesso assai riuscito (avrei giusto da ridire su un paio di proiezioni e sui due Erik, ma per il resto chapeau!). E ho goduto anche molto del foyer smisurato che permette di tenere sotto controllo le persone che vuoi salutare e quelle che non vuoi incrociare. Peccato solo che due file davanti a me alla prima ci fosse un certo esuberante critico d'arte con il suo telefonino sempre acceso con lo schermo a luminosità 100%.
Dopo la seconda, pomeridiana, dell'Olandese, ci si sposta in centro, al Manzoni, e si partecipa al concerto per il Giorno della Memoria. Bologna, Brundibár, 29/01/2023. È un pianto profondo quello che sgorga, soprattutto quando i ragazzi intonano Gam Gam. In questi casi, si prova a scrivere un articolo e a fare il proprio dovere, ma non tutto si può dire, elaborare, soprattutto quando si sente il dilemma di una radice con cui si è perso il contatto, ma che è pure viva, come se fosse incisa nei nostri geni (curioso che, pur essendo cresciuta in un ambiente per lo più agnostico/non praticante ma cattolico, questo mi paia invece del tutto estraneo), e che pure merita un rispetto, una delicatezza, un'attenzione per il timore che, cercando di riappropriandosene, la si usurpi.